I fukyu kata, o kata didattici,
sono stati creati in questo secolo dai maestri Miyagi, Toguchi
e Tamano. In questi kata si osserva un nucleo centrale conservato
a cui vengono aggiunte tecniche via via più complesse
e difficili.
(Kata numero uno)
Creato dal maestro Tamano per l'insegnamento
ai bambini e successivamente insegnato come primo kata anche
agli adulti, il kata dai ichi insegna i pugni, le tre parate
fondamentali (jodan, chudan, gedan) ed il calcio maegeri.
Le posizioni utilizzate sono zenkutsu dachi, shiko
dachi e sanchin dachi.
(Kata numero due)
Insegna unsoku kaiten per cambiare
direzione, ed introduce la posizione di guardia (kamae).
Anche questo kata è stato creato dal maestro Tamano.
(Kata didattico numero uno)
Questo kata, creato dal maestro Toguchi, insegna
a muoversi di lato, ad usare lo stesso braccio per più
tecniche, ed introduce le tecniche di shuto uchi e
morote tsuki.
(Kata didattico numero due)
Introduce la complementarietà attacco-difesa,
ed inizia a preparare le braccia per la tecnica di tomoe-uke.
("Rompere" numero uno)
Introduce la combinazione maegeri-fumikomi-mae
empi-uraken uchi-gedan uke-shuto uchi.
("Rompere" numero due)
Inizia la pratica del tomoe uke. Introduce
la posizione nekoashi dachi.
("Rompere" numero tre)
Introduce le parate a mano aperta kouke,
hiki uke ed harai uke. Completa la pratica di
tomoe uke. Introduce lo spostamento suriashi.
("Strappare" numero uno)
Introduce la rotazione taineri, l'attacco
choku tsuki e le parate chudan otoshi uke,
ura uke e mawashi hiki uke.
("Strappare" numero due)
Introduce il calcio sokuto geri.
Questo kata (il cui nome significa "la
danza della gru bianca") descrive il combattimento tra
una gru ed un serpente, e viene eseguito a tempo di musica.
Anche se un kata chiamato hakutsuru si ritrova in alcuni stili
di kung fu, lo Hakutsuru no mai dello Shorei-kan non deriva
da questo. Infatti, Hakutsuru no mai venne creato dal Maestro
Toguchi prendendo elementi dai kata classici del metodo Shorei-kan.
Questi kata sono di origine antica, e derivano
dalle forme cinesi. Diversamente dai fukyu kata, i koryu kata
non seguono una progressione in ordine di difficoltà,
ma ciascuno allena diverse situazioni di combattimento. In
ciascun kata si trovano tecniche "aperte" e tecniche
nascoste. La teoria del kata, che consente di risalire alle
tecniche nascoste, si trova nel libro Kaisai
no genri, del maestro Toshio Tamano, attualmente disponibile
solo in giapponese ma presto pubblicato anche in lingua inglese.
I significati dei nomi dei kata sono spesso
incerti, data la loro lunga storia (basti pensare che, per
fare un esempio, già non è immediato riconoscere
nel termine romanesco per "piedi", "fette",
l'eco del termine inglese "feet"). Immaginate quindi
cosa doveva diventare un termine cinese esportato ad Okinawa
(che parlava un suo dialetto) e poi di qui in Giappone, magari
noto soltanto foneticamente ma senza l'ideogramma originale
(a complicare le cose, cinesi e giapponesi usano gli stessi
ideogrammi ma li pronunciano in modo diverso, un po' come
il simbolo @, che in inglese si pronuncia "at" ma
in italiano viene spesso tradotto con "chiocciola",
pur essendo scritto allo stesso modo). Detto questo, per ciascun
kata verranno usati gli ideogrammi ed i significati più
accettati e plausibili. Se notate qualche errore per favore
non esitate a farcelo notare.
Il nome di questo kata significa "rompere
e strappare" (ed è composto dai kanji finali di
gekiSAI e gekiHA - in giapponese i suoni HA e FA sono molto
simili). Una particolarità di questo kata è
il complesso enbusen.
Questo kata, il cui nome è stato tradotto
come "la lunga marcia tranquilla" o come "metodo
per indurre una battaglia", serve, tra le altre cose,
per sviluppare la forza nelle gambe. La posizione principale
è lo shiko dachi; il kata alterna movimenti molto lenti
con improvvisi scatti ad alta energia.
Seisan significa tredici. La creazione di
questo kata è attribuita al maestro Chatan Yara, vissuto
ad Okinawa nella prima metà del Seicento. Si narra
che solo alcuni suoi studenti selezionati sapessero il significato
del riferimento al numero 13.
Shisochin vuol dire "quattro battaglie
pacifiche", ed in effetti il kata introduce rotazioni
nelle quattro direzioni.
Seipai significa diciotto. Nella tradizione
cinese, i multipli di tre hanno un significato speciale, e
quindi i numeri dei kata seipai (18), seisan (36) e suparimpei
(108) contengono probabilmente riferimenti mistico-religiosi.
Sanseru significa trentasei.
Kururunfa è stato interpretato come
"aspettare a lungo, strappare all'improvviso".
Suparimpei (il cui nome diviene Pechurin
in cinese e Hyaku hachi in giapponese) significa 108.
Questo numero ha un significato speciale, in quanto in Cina
si ritiene che l'uomo abbia 108 passioni malvage da combattere.
Gli heishu kata del goju-ryu
Shorei-Kan servono per imparare la corretta respirazione e
la corretta postura, e sviluppano l'energia interna.
Sanchin significa: "tre
battaglie". Si ritiene che le tre battaglie rappresentino
il corpo, la mente e lo spirito. Questo kata è di origine
cinese, ma la versione adottata nel goju-ryu è stata
semplificata dal maestro Miyagi (togliendo le tecniche a mano
aperta, tra le altre cose) per renderla più "dura".
Se praticato nel modo corretto, il kata Sanchin libera una
tremenda riserva di energia, mentre se lo si pratica nel modo
scorretto può portare seri danni alla salute. Attenzione
quindi: all'inizio, praticate questo kata con le tecniche
di respirazione soltanto sotto la supervisione di un esperto,
e soprattutto NON FATELO PRATICARE ai bambini ed ai ragazzi
nell'età dello sviluppo!
Tensho significa: "mani
fluttuanti". Questo kata, che riassume la parte "morbida"
del goju-ryu, è stato creato dal maestro Miyagi per
compensare l'indurimento del kata Sanchin da lui effettuato.
I kata del Kobudo
Tranne choun no kon, i kata di
kobudo prendono il nome da un maestro o guerriero, che può
essere il creatore del kata (come per Sakugawa no kun) oppure
una figura a cui il kata è dedicato (come per Gima
no tonfa).
Choun no kon kata di
bo attribuito al maestro di kobudo di Okinawa Sueishi.
Il nome significa "nuvola- o farfalla- con il bastone". Nei
kata il termine bo viene sostituito con kon
o kun.
Shushi no kon kata di
bo attribuito al maestro Chinen dello Yamane Ryu.
Sakugawa no kon kata
di bo attribuito al maestro di karate e kobudo Tode
Sakugawa.
Sueyoshi no kon kata di
bo.
Gima no tonfa kata di
tonfa.
Harahiga no tonfa kata
di tonfa.
Kubo no sai kata di sai.
Chatan Yara no sai kata
di sai.
Chatan Chibaru no kama
kata di kama.
Toyama no nunchaku kata
di nunchaku.
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