GIORNALE dello Shorei-Kan Europe

Numero 9 - maggio 1995

 

Sommario

Editoriale di Shihan Toshio Tamano
(Notate bene che questo articolo non ha titolo) di Pierantonio Motta
Incontro con il Maestro di Oliver Praski
Dojo-Kun di tutti i giorni di Eleonora Dall'Ovo
Lo spirito dello Shorei-Kan a Vichy
Il Karate, non solo un'arte di combattimento di Mirella Cassinotto
Pensando al Karate di Alessandro
Stefano di Alfredo Gabanetti

 

Editoriale

Negli ultimi 30 anni sono stato testimone delle reazioni dei miei allievi ai risultati degli esami di promozione del karate Shorei-Kan e le ho trovate sempre interessanti.
Quando gli allievi superano il loro esame con dei buoni voti, naturalmente sono contenti e fieri. Quando riescono ad ottenere il voto 9.0 per uno o due soggetti d'esame, mi chiedo spesso se gli viene in mente di poter diventare un giorno grandi esperti di karate come Bruce Lee. Invece quando non ottengono un risultato soddisfacente all'esame, o sono persino bocciati, si scoraggiano facilmente e certe volte abbandonano la pratica del karate.
Per me gli esami sono un'occasione di studiare la natura umana.
Tuttavia, noi tutti sappiamo molto bene che solo la costanza con la quale hanno praticato le loro materie d'esame determina se saranno euforici o delusi alla vista dei voti che hanno ottenuto.

Anche se si allenano molto per ottenere dei buoni voti, la maggior parte di loro crede che 9.0 sia il migliore voto al quale possano ambire. Dall'inizio limitano il loro obiettivo e non cercano mai di ottenere 10. Dicono che dieci corrisponde alla perfezione e che è impossibile per loro raggiungerla.
Chi gli ha detto che è impossibile?
Vent'anni fa ho dato questo voto a uno dei miei allievi di New York per il suo kiso kumite dai san. Potete tutti ottenere questo voto se vi allenate bene.

"Il gabbiano Jonathan Livingstone" di Richard Bach ci mostra come dobbiamo cercare di migliorarci. E' la storia di un gabbiano che si chiama Jonathan e che adora volare, solo per il gusto di volare. Si rallegra di migliorarsi e gusta anche l'evoluzione che lo fa diventare migliore. Perfezionando le sue tecniche di volo scopre che ognuno è libero di essere se' stesso una volta che abbia raggiunto la perfezione e abbia capito cosa è la perfezione - e "quel che è" è senza limiti.

Il karate è un metodo per scoprire cosa sia la perfezione.
Il Maestro Seikichi Toguchi dice che possiamo trovare qualcosa di molto importante per la nostra vita nell'evoluzione che consiste nel raggiungere la perfezione nelle tecniche di karate. Dice che noi, allievi del karate Shorei-Kan, dovremmo rallegrarci esattamente come il Gabbiano Jonathan Livingstone nel migliorarci ed anche gustare l'evoluzione che ci fa diventare migliori.


Il mio secondo libro di karate in italiano, "Karate - Le tecniche segrete di combattimento" è finalmente apparso presso le Edizioni DeVecchi. In questo momento mia moglie lo sta traducendo in francese e verrà pubblicato nell'autunnno 1995. Speriamo che anche la versione spagnola venga pubblicata entro fine d'anno.
Ho scritto questo libro per il grande pubblico, ma sono sicuro che gli allievi dello Shorei-Kan ne beneficieranno più degli altri, così sapranno finalmente cosa è il karate Shorei-Kan.
Ora sto lavorando alla traduzione in inglese del mio libro in giapponese "Kaisai no Genri" (la teoria dei kata di karate).

Toshio Tamano
Direttore Tecnico dello Shorei-Kan Europe

Sommario

(Notate bene che questo articolo non ha titolo)

Dopo diverso tempo ho avuto il piacere di leggere un nuovo numero del giornale dello Shorei-Kan Europe e solo allora ne ho compresa l'utilità e l'importanza.
Credo che spetti a tutti noi il compito di contribuire alla sua realizzazione con articoli, idee ed esperienze, in modo da esporle e confrontarle utilizzando questo strumento che è la sintesi della vita sociale dello Shorei-Kan Europe. A tale proposito invito tutti i membri dello S.K.E. che avessero proposte per migliorarlo, riflessioni, esperienze che possano servire a tutti noi, a prendere carta e penna e scrivere un articoletto... non è poi così difficile. Eviteremo così di interrompere la regolare uscita dei numeri futuri.

Colgo l'occasione per fare alcune riflessioni a proposito degli stage e dimostrazioni che si fanno per il pubblico, sperando possa servire di stimolo e di poter leggere sulle pagine dei numeri futuri del nostro Giornale anche il pensiero di altri su questo tema.
Credo che sia importante parteciparvi perchè ci danno la possibilità di far conoscere lo stile che noi pratichiamo, ma soprattutto di far vedere quale sia lo spirito che anima i praticanti dello Shorei-Kan, spirito che io ritengo positivo per la vita di tutti i giorni, non solo in palestra, e sicuramente diverso rispetto a quanto ho potuto notare in altre scuole di karate.
E' importante mantenere questo spirito nei nostri dojo, permettendo così ai principianti di poterlo apprezzare nelle cinture di grado avanzato, per esprimerlo poi a loro volta.

Ritengo che questo sia uno dei motivi di maggiore aggregazione nello S.K.E., indipendentemente dal valore delle tecniche apprese, che invece si apprezza approfondendone lo studio.

Un tema del genere meriterebbe certo un maggiore approfondimento; spero comunque di aver espresso chiaramente il mio punto di vista e aspetto di conoscere il vostro!

Pierantonio Motta
K.C. Shorin-Shorei - Binasco (MI)

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Incontro con il Maestro

Come tutti sanno, uno stage di karate Shorei-Kan aperto a tutti i livelli si è svolto in Francia, a 10km da Ginevra, il 2 aprile 1994.
Spensierati, senza sospettare quello che ci aspettava, il mio compagno di sventure ed io prendemmo la strada per recarci a questo stage. La passeggiata di 45 minuti che avevamo previsto si trasformò ben presto in una ricerca senza speranza di più di un'ora e mezza. Approfittando dell'occasione vorrei ringraziare gli urbanisti francesi per il loro aiuto inestimabile alla nostra ricerca... Dopo tanto difficoltà trovammo la palestra... con quasi mezz'ora di ritardo, ma quello che seguì fu largamente all'altezza delle nostre speranze.

Il Maestro Tamano ci impressionò non solo per la precisione e la sicurezza dei suoi movimenti, ma anche per la sua personalità che imponeva il rispetto. E poi avevamo in mente le tante storie cruente che ci aveva raccontato Sensei Otto Kölbl a proposito del Maestro Tamano! Abbiamo anche avuto l'immenso onore di vedere il Mestro schizzare alcuni disegni per spiegarci gli effetti benefici della respirazione.
Tutto proseguiva nel migliore dei modi in questa palestra "surriscaldata" (il termometro indicava almeno sette gradi) quando all'improvviso, verso le 5 e mezza, cominciò l'orrore: con uno sguardo pesante il Maestro ci diede l'ordine di eseguire il kata di cadute sul pavimento di cemento. Vogliate scusare il fatto che sono ancora una cintura bianca, non sono ancora abituato a questo genere di acrobazie senza tatami.

A stage finito, due cinture nere diedero l'esame per accedere al secondo dan. I problemi cominciarono quando eseguirono un kata su una musica briosissima (risumo karate dai ni, NdR): dopo alcuni secondi il registratore si rifiutò di funzionare e, malgrado gli sforzi prodigati da Sensei Zucchero, dovemmo con nostro grande dispiacere fare a meno di questa musica. I due candidati, comunque, superarono brillantemente l'esame.

Bilancio finale della giornata: malgrado un freddo siberiano e alcuni lividi, durante questo incontro con il Maestro imparammo molto e ce ne andammo con la speranza di riuscire, forse, un giorno, ad egualiarlo.

Oliver Praski
Shorei-Kan Losanna

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Dojo-Kun di tutti i giorni

Non è facile, soprattutto nella nostra società superstressata, applicare alla vita di tutti i giorni i principi del nostro karate, contenuti nel suo Dojo-Kun.

Primo: sii sempre cortese ed umile.
Difficile però abbassare gli occhi al prepotente che, in colonna, al semaforo rosso, ti passa davanti passando per metà sul marciapiede.

Primo: coltiva uno spirito pacifico.
Difficile però non rispondere malamente allo sfacciato che ti fa la battuta su come ti muovi.

Primo: impara ad essere paziente.
Difficile però alla fila della posta non perdere la pazienza quando qualcuno ci mette più tempo del dovuto a fare l'operazione giusta.

Primo: impegnati a diventare una persona migliore.
Difficile però esserlo quando in realtà in questa società vincono sempre il più forte e il più furbo.

Primo: cerca di sviluppare nella stessa misura lo spirito e le tecniche del karate.
Difficile però dopo una lunga giornata di lavoro lasciare fuori dalla palestra tutti i pensieri ed i problemi della terra.

Questi sono stati i miei pensieri quando il Maestro Tamano a fine lezione ci faceva ripetere il Dojo-Kun. Eppure la sua figura, la sua cortesia, la sua tranquillità e severità mi dicevano che il Dojo-Kun poteva essere filosofia di vita.

Un giorno incontrai il Maestro Tamano all'uscita della Metro; il Maestro insegnava ancora a Milano e alcune volte recandomi in palestra lo incontravo. Io salivo le scale mobili, lui le scale normali. Mi superò. Io lo salutai, lui salutò me, ma non sorrise come al solito. Capii subito di avere fatto qualcosa di sbagliato, ma non capivo cosa.
La settimana successiva, stesse scale, stesso saluto. Idem la settimana dopo.
Non capivo cosa stava succedendo, fino a che un giorno il Maestro superandomi mi disse: "Un vero karateka sale le scale faticando, non sceglie mai la via più comoda e facile. Tutti i giorni, tutti i momenti bisogna fare karate, anche salendo le scale. E' troppo facile scegliere la via comoda".

Da quel momento capii che per applicare il Dojo-Kun tutti i giorni non server dire "difficile però...", ma occorre faticare e scegliere la via meno comoda.
Come per salire le scale...

Eleonora Dall'Ovo
Dojo di Saronno

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Lo spirito dello Shorei-Kan a Vichy

Gli stage estivi sono ogni anno un avvenimento indimenticabile. Si fa la conoscenza di membri di altre palestre, di altri Paesi, si approfondiscono le relazion icon i compagni della propria palestra, sia durante gli allenamenti che fuori, durante le escursioni o i pasti in comune.

C'è anche un'altra motivazione che ci spinge a volte a fare dei grossi sacrifici finanziari e a soffrire in silenzio i lividi e i dolori muscolari, ma soprattutto le frustrazioniche proviamo quando il Maestro non riesce a trattenere un sorriso quando ci vede eseguire una tecnica che credevamo fatta bene. La motivazione principale che ci spinge a venire a questi stage è il desiderio di approfondire la nostra conoscenza del karate Shorei-Kan.

Ma ammettiamolo: noi veniamo soprattutto per approfondire le tecniche del karate Shorei-Kan, ma faremmo certamente anche a meno delle prediche del Maestro Tamano, che ci ricorda che lo Shorei-Kan non consiste solamente in tecniche, ma che si deve anche prendere in considerazione il suo spirito: il rispetto, la cortesia e le buone maniere.
Ed ecco che arriva una lettera che ci dimostra che tutte queste prediche non sono state inutili: è stata scritta da una persona esterna allo Shorei-Kan in seguito all'ultimo stage a Vichy.

6 agosto 1994

Maestro,
a seguito dello stage di karate-do Shorei-Kan a Vichy, mi premeva ringraziarla personalmente, e con Lei tutti i soci dello Shorei-Kan, per l'accoglienza, la disponibilità e la cortesia di cui avete fatto prova, sia durante i corsi che fuori dalla palestra. Ricercare l'Eccellenza non è una cosa facile, e questa ricerca La onora.

In attesa del prossimo stage le mando i miei più cortesi saluti.

François Delvart
professore di educazione fisica e sportiva

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Il Karate, non solo un'arte di combattimento

Vorrei approfittare delo spazio gentilmente messo a disposizione da questo giornale per raccontare la vicenda che abbiamo vissuto di recente io e la mia famiglia.

Dopo avere riportato ustioni di III grado sul 45% del corpo, mio figlio è stato sottoposto a due interventi subito dopo l'incidente ed altri due a breve distanza per recuperare l'uso delle braccia. E' stato immediatamente sottoposto anche alla terapia intensiva, che di prassi viene eseguita in seguito a tali incidenti.
Tutto ciò è servito a poco, perchè a distanza di pochi mesi si ipotizzava la necessità di sottoporre il bambino ad un nuovo intervento.

Solo allora abbiamo deciso di fare un ultimo tentativo per cercare di recuperare l'uso degli arti superiori, evitando così l'intervento: abbiamo iniziato le lezioni di karate.
Le difficoltà che il bambino incontrava nell'eseguire gli esercizi proposti erano parecchie perchè istintivamente evitava di usare le braccia. Nell'arco di quattro mesi, però, la situazione è nettamente migliorata e con grande gioia vediamo il bambino recuperare ogni giorno autonomia e destrezza nei movimenti. Ciò gli permette di condurre nuovamente una vita normale, giocando e compiendo autonomamente qualunque attività.

Sicuramente tale ripresa è dovuta anche agli esercizi appropriati proposti con competenza e capacità dal Maestro Cellamare, insegnante del corso di karate, che si tiene a Rosate.
Mi sento pertanto di ringraziarlo per tutte le attenzioni che ha sollecitamente prestato a mio figlio.

Mirella Cassinotto
Dojo di Rosate

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Pensando al karate

Poichè la vita è celebrazione dell'individuo e il karate è una rivelazione della nostra umanità, l'arte è considerata come la forma più alta del nostro pratico vivere; e la vita vuol essere attuazione, in termini pratici e morali, di quella umanità che è celebrata e realizzata nel karate.

Alessandro

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Stefano

Non riesco a piangere...
perchè non sono capace di arrendermi
e lasciarti andare via.
Siamo come un lungo racconto di avventure:
dopo la parola "fine" pensiamo ai momenti
più esaltanti, cercando di riviverli con emozione.
Tutto questo non voglio dimenticarlo!
Allora corri, come un fiume, verso nuove frontiere.
Il tranquillo e lento oceano dell'Eternità
ti sta aspettando.

Alfredo Gabanetti
K.C. Shorin-Shorei, Binasco (MI)

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Promozioni nel 1994

Cinture nere di karate

Shodan
1. Narsapa Catherine, La Rèunion, 8.5.1994
2. Hereo Gamel Jorge, Madrid, 4.6.1994
3. Contreras Rodriguez Leandro
4. Fernandez Ruiz Miguel Angel
5. Sauger Sanchez Angel Gabriel
6. Sauger Coloma Sergio
7. Gilbert Hidalgo Sebastian
8. Sanchez Munoz Manuel
9. Downie David, Parigi, 5.8.1994
10. Migliavacca Stefano, Saronno, 19.11.1994
11. Idini Graziano
12. Butti Ombretta
13. Rummolino Francesco
14. Vellam Diego
15. Butti Luisa
16. Alberio Emilio
17. Reina Christian

Nidan
1. Albucher Bruno, Parigi, 2.4.1994
2. Tournier Regis, Nontron
3. Manuel Vicente Tena Moreno, Madrid, 3.6.1994
4. Fernando Jarandia Labrador
5. Ceresa Alberto, Milano, 19.11.1994
6. Rizzardini Roberto, Clusone
7. Slimani Madani, Parigi, 3.12.1994

Sandan
1. Poupeau Franck, Nontron, 5.8.1994

 

Cinture nere di kobudo

Shodan
1. Diaz Diezma Julian, Madrid, 5.6.1994
2. Carreras Garzia Angel
3. Peco Jimenez Angel
4. Sanchez Munos Manuel
5. Herero Granell Jorge
6. Gutierrez Fides Ulises
7. Munari Maurizio, Reggio Emilia, 20.11.1994
8. Massari Cesare

Nidan
1. Dalla Valle Armando, Reggio Emilia, 20.11.1994
2. Balduin Luciano
3. Olivi Federico
4. Fabroni Peter
5. Ceresa Alberto, Saronno

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